Luca Marzioni: così preparo i giovani all’Arrampicata
L’Arrampicata sportiva è una delle sezioni più moderne dell’universo Cus Ancona. La crescita negli ultimi anni è testimoniata, principalmente, dal fatto che sempre più giovani stanno avvicinandosi alla “parete” decidendo di mettersi in gioco e superare i propri limiti. Compito di un istruttore è quello di impartire le giuste linee guida, facendo sì che la scalata venga affrontata nel modo giusto. E non solo tecnicamente. Deve emergere la determinazione, la tenacia, la voglia di migliorarsi. Questo ce lo spiega Luca Marzioni, uno dei responsabili del Settore Giovanile Arrampicata del Cus Ancona.
Luca, nello specifico che ruolo ricopri all’interno sezione ?
” Io sono il responsabile atleti e in particolare del settore giovanile, in quanto seguo i giovani dai 5 ai 20 anni sia a livello ludico che a livello agonistico. Coordino la loro attività, gli allenamenti e i miei collaboratori al fine di gestire il tutto nella maniera più sicura e costruttiva possibile”
A livello numerico come sta crescendo questa disciplina?
“L’approccio a questa attività in questi anni è aumentato sempre di più e sarà sempre destinato a migliorare. Devo ringraziare per questo motivo in primis tutti gli istruttori e lo staff che collaborano con me nella crescita e formazione dei giovani ma anche degli adulti, poi le nostre strutture che anch’esse sono sempre in via di sviluppo e ci permettono di rimanere al passo con i tempi per sperimentare e praticare allenamenti nuovi e migliori”
Come ti sei avvicinato all’Arrampicata?
“Ho conosciuto questo sport grazie alla scuola media tramite dei corsi di avviamento sportivi per i quali il mio professore di italiano nonché istruttore di arrampicata (ora mio collega) collaborava. Ho iniziato praticandolo come sport, ma col passare dell’età e diventando più grande è diventato per me un lavoro e una passione irrinunciabile”
Quali sono gli obiettivi che cercate di porvi e di porre all’interno dei ragazzi?
“Di obiettivi ce ne sono vari: noi come società abbiamo il compito di diffondere questo sport a 360 gradi, io come allenatore voglio gestire dei giovani competitivi fino a un livello nazionale; ma il primo obiettivo che metterei in assoluto e che noi istruttori abbiamo il dovere di trasmettere è la crescita personale dei ragazzi, in quanto devono vivere questo sport come un percorso: far partire questo sport dal cuore e farlo arrivare alla mente e dovrà essere una strada emozionante che permetterà all’atleta di coltivare la propria passione e che riprovi a scalare la vetta ogni volta che cade”